Questo è un libro che parla di relazioni, di esperienze e differenze, di tutto quello che incontriamo quotidianamente nella nostra vita.
Parla degli sfondi, che sono scenari e fondali delle nostre vite. Rende visibile ed evidente quello che è implicito, sottinteso, scontato e che ci aiuta o ci ostacola nell’avere incontri fruttuosi, interessanti, vitali. E tutto questo viene trattato attraverso esempi quotidiani e citazioni, letterarie o filosofiche. Attraverso un approccio interdisciplinare fondato sull’esperienza e sugli eventi, grandi e piccoli, banali o eccezionali, della vita. Ogni lettore troverà dei cassetti per collocare le proprie esperienze e delle direzioni per aprire nuove possibilità.
Il concetto di sfondo, inscindibile da quello di figura, proviene dalle teorie sulla percezione di inizio Novecento. Teorie ben esemplificate dalla psicologia della Gestalt, secondo cui la percezione è da considerare come un fenomeno sovraordinato, come un insieme che trascende le sue singole componenti. Percepire è un processo immediato, legato all’esperienza attuale ma influenzato dalle esperienze passate, in quanto sfondo dell’oggi. Dallo stesso sfondo, posso- no emergere differenti insiemi di elementi, uniti per parametri quali la somiglianza, la prossimità o la continuità.
Così avviene anche in ogni nostra esperienza: in una conversazione, lezione, conferenza, facendo una battuta, leggendo un libro, assaporando un piatto, litigando. La figura di ciò che sta avvenendo si staglia e si differenzia da uno sfondo che rimane, così, sfocato, o addirittura scompare. Parliamo di una cosa, pre- supponendone e dandone per implicite altre. Seguiamo una linea di ragionamento, facendo tacere il rumore di fondo di mille pensieri. Compiamo un’azione e blocchiamo tutte le altre azioni possibili.
L’idea che orienta questo testo è che nel nostro tempo è importante, fondamentale, vitale fare un passo indietro, immergerci di più negli sfondi, nell’implicito, nello scontato. Nella vita come nella terapia.